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Il consumo di noci migliora il profilo lipidemico e modifica la composizione del microbiota, riducen


Questo è il primo studio che approfondisce l’associazione tra la composizione del microbiota, il consumo quotidiano di noci e fattori di rischio cardiovascolare e di carcinoma del colon. Gli autori hanno confrontato, in un gruppo di uomini e donne adulti e sani, di età compresa tra 50 e 55 anni, gli effetti del consumo di 42 g di gherigli di noce al giorno per tre settimane, rispetto a tre settimane di un’alimentazione simile per apporto calorico, ma priva di noci. I rilievi necessari al confronto sono stati fatti al termine di ciascuno dei due periodi di studio. Rispetto alla dieta senza noci, quella che prevedeva l’assunzione di questa frutta oleaginosa (a una dose in realtà piuttosto elevata) ha modificato la composizione del microbiota intestinale, aumentando la presenza dei ceppi batterici che sintetizzano butirrato, molecola ad azione trofica sulla parete del colon. La modificazione del microbiota indotta dal consumo di noci ha anche ridotto la formazione di acidi biliari secondari (- 25% per l’acido deossicolico e – 45% per l’acido litocolico), ad azione proinfiammatoria, e dotati di un effetto negativo sul rischio di carcinoma del colon. La riduzione della colesterolemia del 4% e di quella LDL del 7% non è invece associabile alla mutata composizione del microbiota. Un ulteriore effetto benefico esercitato dal consumo di noci è attribuibile all’apporto di fibra, polifenoli e di acidi grassi polinsaturi, in grado di controllare la sintesi di composti infiammatori. Questa frutta a guscio, tra l’altro, apporta acido ellagico che, metabolizzato dal microbiota, si trasforma in urolitina, ad azione antinfiammatoria. In conclusione, questa ricerca conferma gli effetti positivi esercitati dal consumo quotidiano di noci nella prevenzione cardiovascolare e oncologica.

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