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Il possibile ruolo cardioprotettivo delle fragole

Negli ultimi anni, numerose ricerche scientifiche in ambito nutrizionale hanno indagato sempre più in dettaglio il ruolo di alcuni alimenti, e dei loro componenti, nel mantenere e nel promuovere un buon stato di salute.


In particolare, grande interesse ha suscitato lo studio dei composti fenolici presenti negli alimenti di origine vegetale e specialmente nei frutti rossi, capaci di modulare i livelli plasmatici di alcuni marcatori di infiammazione e, probabilmente per questo motivo, associati alla riduzione del rischio di incorrere nelle cosiddette malattie croniche non trasmissibili. Il ruolo protettivo di questi componenti nutrizionali sembrerebbe adeguatamente supportato da esperimenti in vitro o in modelli animali, che mostrano la loro capacità di neutralizzazione dei radicali liberi in specie prive di reattività suggerendo un’ormai accettata azione antiossidante e antinfiammatoria.

Questa metanalisi di studi randomizzati e controllati ha focalizzato la sua attenzione sul ruolo cardio-protettivo del consumo di fragole, frutti con un buon quantitativo di composti polifenolici, evidenziandone gli effetti su alcuni markers di rischio cardiovascolare come i livelli di proteina C reattiva (PCR), il profilo lipidemico e glicemico, i valori pressori e la disfunzione endoteliale.

Più nello specifico sono stati analizzati i dati di 11 studi, per un totale di 375 uomini e donne (di età compresa tra 14 e 75 anni) seguiti per un periodo di tempo compreso tra un minimo di 1 e un massimo di 12 settimane, randomizzati al consumo di fragole, sotto forma di bevande a base di fragole liofilizzate o direttamente aggiunte alla dieta e confrontati con gruppi di controllo randomizzati invece al consumo di un placebo.

La metanalisi ha dimostrato che i livelli plasmatici di proteina C reattiva, che è tra i principali biomarcatori di infiammazione, erano statisticamente inferiori nei soggetti randomizzati al consumo di fragole e più nello specifico nei gruppi che avevano consumato circa 500 gr di fragole fresche o una bevanda contenente dai 10 agli 80 gr di frutto liofilizzato al giorno, rispetto al gruppo di controllo; nessuna variazione è stata invece registrata per quanto riguarda i valori della pressione arteriosa, il profilo lipidemico o la glicemia a digiuno.

Quando però i risultati venivano stratificati per singoli endpoint, il consumo di fragole risultava tuttavia in grado di ridurre significativamente i livelli plasmatici della colesterolemia totale (TC) e delle frazione legata alle lipoproteine a bassa densità (LDL) nei soggetti con valori basali più elevati (rispettivamente TC>5 mmol/l e LDL>3 mmol/l), suggerendo che l’impiego delle fragole nella riduzione del rischio cardiovascolare potrebbe risultare maggiormente efficace in coloro che partono da un profilo lipidico meno favorevole.

Gli effetti cardioprotettivi delle fragole, secondo gli autori, sono da attribuire al loro già ricordato importante contributo in termini di sostanze polifenoliche, e più nello specifico di antocianine, pigmenti appartenenti alla classe dei flavonoidi, responsabili della tipica colorazione dei frutti di bosco, categoria alla quale appartengono le fragole, insieme a lamponi, mirtilli e more. Ulteriori studi risultano però necessari per definire con maggiore sicurezza l’entità dell’azione biologica e le quantità di fragole da consumare per ottenere gli effetti osservati in questi studi.


Gao Q, Qin LQ, Arafa A, Eshak ES, Dong JY.

Br J Nutr. 2020;1-6.[published online ahead of print, 2020 Apr 2].

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